Accenni di gastronomia

I principale motivo di richiamo della ga­stronomia sersalese e presilana in genere è il pregiato fungo, abbondante e di numerose varietà. In qualunque ristorante o trattoria è possibile sperimentare un pia­cevole incontro con il porcino silano (sillu), la varietà più importante e richiesta, con­sumando uno dei tanti piatti della cucina silana che prevedono come essenziale questo ingrediente. Oltre al gustoso e pro­fumato porcino (boetus edulis), in que­st’area è possibile spingere la propria cu­riosità verso varietà di fungo considerate meno pregiate, ma altrettanto interessanti sotto il profilo gastronomico e oggi in via di valorizzazione e commercializzazione: co­lombine (russula delica), mazza di tambu­ro (macrolepiota procera), ovuli (amanita caesarea), ramaria (clavaria aurea), finferlo (cantarellus cibarius), lattario (lactarius pi­peratus), pinnarelli (psalliota campestris), nasche (poliporus erondosus), ecc.

Di­scorso particolare merita il rosito (lactarius deliciosus), diffusissimo e proposto con di­verse ricette. Oltre al consumo immediato delle varietà di fungo fresco, è poi possibile portare al­trove il profumo di questa terra acquistan­do una confezione di funghi conservati da uno dei piccoli laboratori presenti sul territorio . Altre tappe di un possibile itinerario ga­stronomico presilano possono identificarsi nei numerosi prodotti caseari quali: provole, ricotte, scamorze, butirri, formaggi pecori­ni o misti; negli insaccati ed affumicati del maiale, animale che ha sempre soddisfat­to le esigenze alimentari delle popolazioni locali: salsicce, capicolli, soppressate, pro­sciutti ,- nelle gustose paste “fatte in casa” condite con sughi a base di carni provenienti dalla produzione zootecnica locale; nelle profumate minestre di verdu­re e legumi; nei grandi arrosti e nelle deli­cate proposte di pesci di acqua dolce. Particolare importanza, dal punto di vista culinario, assume , nella gastronomia sersalese, l’arte degli insaccati in genere e da tutti i derivati della lavorazione di carne suina. Questa tradizione ha portato alla nascita di numerose attività artigianali per la produzione e commercializzazione di questi prelibati prodotti.

Taralli

I taralli fatti in casa sono una ricetta antica legata alla necessità di fare il pane. Una volta acceso il forno, oltre a cuocere il pane, si cuocevano chili e chili di taralli da conservare e consumare nel tempo.

PROCEDIMENTO
Disporre su un piano la farina a fontana e versare le uova, lo zucchero, l’anice, l’olio e il lievito.
Impastare energicamente fino ad ottenere un panetto liscio e omogeneo. Lasciare lievitare a temperatura ambiente per circa 2 ore; trascorso il tempo necessario, disporre su un piano coperte da un panno. Lasciare lievitare per ulteriori 2 ore, spennellarle con il tuorlo di un uovo e infornare, in forno già caldo, per circa 30 min a 180 gradi. Conservare in un sacchetto di carta.

Cartolette

Le cartolette sono un dolcetto tradizionale tipico delle festività natalizie. La loro forma ricorda una corona ripiena di ottimo miele locale. Il procedimento è molto semplice e il loro sapore è inimitabile!

PROCEDIMENTO
Sistemare la farina su una spianatoia e unire un cucchiaio di sale e di zucchero. Amalgamare con l’olio, precedentemente scaldato con la buccia di un’arancia. Scaldare leggermente il vino bianco e unirlo alla farina. Impastare energicamente sino a quando il panetto sarà liscio e omogeneo. Lasciare riposare per mezz’ora.
Stendere l’impasto sottilissimo e, con una rondella, tagliare delle striscioline di 5 cm di larghezza e 30 cm di lunghezza. Ripiegare la striscia su stessa e pizzicarla leggermente con le dita ogni 4 cm; arrotolarla e continuare a pizzicarla in modo da evitare la riapertura durante la frittura.
Una volta pronte lasciare riposare le cartolette coperte da un panno per una notte intera. L’indomani scaldare l’olio e friggere le cartolette. Scolarle e sistemarle in una padella con del miele caldo. Versare con un cucchiaio il miele all’interno delle cartolette e adagiarle su un piatto.

Frittelle di cavolfiore

La tradizione culinaria Sersalese consta di numerose ricette. Complice la posizione territoriale, vi sono numerosi orticelli familiari che garantiscono la buona riuscita di gustosi e genuini piatti tipici. Nel periodo autunnale le tavole si colorano di sapori e profumi caldi e confortanti. Le frittelline di cavolfiore, dal loro sapore dolce e avvolgente, conquisteranno il palato di tutti.

PROCEDIMENTO
Lavare e lessare i fiori del cavolfiore. In una ciotola creare una pastella con la farina, l’olio, il prezzemolo, l’aglio, il formaggio grattugiato, il sale e il pepe e per ultimo il cavolfiore. Scaldare in una padella abbondante olio d’oliva e friggere le frittelline. Servire calde accompagnate da un buon bicchiere di vino casareccio.

La pittanchiusa

La Pittanchiusa è un dolce tipico risalente al 1700. In passato veniva preparata in occasione di un matrimonio, oggi, invece, viene preparata in occasione delle feste natalizie. Il procedimento richiede molta attenzione ma la sua realizzazione è molto semplice. Si può preparare con ingredienti diversi, in base alle esigenze e ai gusti, ma la sua forma resta invariata.

PROCEDIMENTO

Sciogliere il lievito madrte con un po’ di acqua tiepida. Su un piano da lavoro mettere tutta la farina, fare un buco al centro e iniziare ad impastare il tutto. Una volta impastata creare delle grandi sfoglie rotonde e sottili. Ungere tutta la sfoglia con l’olio, una spolverata di cannella e chiodi di garofalo, zucchero, noci e mandorle, uva passa. Attenzione a non esagerare con il ripieno. Ripiegare l’impasto su stesso in strisce alte 2 dita. Arrotolare le strisce in modo da creare delle piccole roselline. Se la striscia dovesse essere troppo grande potete dividerla a metà. Adagiare le rose ottenute in una tortiera e fare un giro a mò di chiusura con una striscia di impasto. Chiudere con dello spago. Infornare fino a doratura e lasciare raffreddare.
Una volta pronta è pronta per essere confezionata e regalata.

Le pitte fritte

Le Pitte fritte sono tipiche del periodo natalizio. Questa tradizione è molto diffusa e si tramanda di generazione in generazione. Vengono preparate in casa e la loro praparazione è molto semplice. L’ingrediente segreto è quello di accompagnarlo sempre con un buon bicchiere di vino, possibilmente casareccio!
In ogni festa Sersalese le pitte fritte non possono mai mancare e sono molto amate da grandi e piccini.

PROCEDIMENTO

La sera bisogna preparare la levatina: prendere 200 gr di farina, il lievito madre e 150 ml di acqua; impastare e lasciare lievitare tutta la notte fino al raddoppio del volume. Il giorno dopo aggiungere i restanti 800 gr di farina, i restanti 500 gr di acqua, il sale, mezzo bicchiere di olio di oliva e impastare bene. L’impasto deve risultare molto morbido e soffice. Lasciare lievitare per altre 3 ore. Trascorso il tempo necessario, prendere l’impasto e dargli, molto velocemente, la forma di una ciambella e immergerle nell’olio già bollente. A piacere nell’impasto si possono aggiungere alici salate oppure, dopo averle fritte, possono essere passate nello zucchero semolato così da renderle dolci.

I mparrettati

Apprezzatissimi in tutta la Calabria, sono conosciuti con diversi nomi. A Sersale vengono denominati “mparrettati“.

La loro consistenza, la forma e il sapore sono in grado di conquistare il palato e il cuore di grandi e piccini.

PROCEDIMENTO

Impastare il tutto finché l’impasto non risulta duro. Dopo di che prenderne un pezzettino per volta e allungarlo a piacimento. Premere con il “*capituastu” e arrotolarlo con le mani, poi sfilarlo piano piano, ai lati devono essersi due buchi.
Una volta cotti possono essere conditi con dei sughi semplici e saporiti.

*è un bastoncino di legno di ginestra essiccato, conosciuto anche come ferretto di mare.

Frittelle di fiori di zucca

Caratteristici del periodo estivo sono i fiori di zucca e le zucchine. In ogni casa il loro aroma inconfondibile invade ogni angolo. Croccanti fuori e morbide dentro sono ottime da gustare sia calde che fredde.

PROCEDIMENTO

Grattuggiare e strizzare le zucchine. In una ciotola mescolare la farina, il formaggio grattugiato, l’uovo e la birra fino a ottenere una pastella. Unire alla pastella i fiori tagliuzzati,  le zucchine, il basilico e lo spicchio di aglio grattuggiato. In una padella riscaldare dell’abbondante olio di oliva; una volta caldo mettere un cucchiaio di impasto e lasciare cuocere fino a doratura. Servire calde accompagnate da un bel bicchiere di birra fresca e gustare in compagnia.

I fraguni

I fraguni sono dolci tipici della tradizione pasquale calabrese. Il termine “Fraguni” deriva, probabilmente, dal greco “Fagun”; il frutto del sacro faggio che si ritrova anche nel vangelo. Vengone preparati il giovedì o il venerdì santo di modo che siano pronti da consumare appena finita la quaresima.

PROCEDIMENTO

Impastare tutti gli ingredienti insieme e formare una sfoglia. Con una tazza da latte fare i cerchi, riempire con il ripieno, alzare i bordi e pizzicarli con le dita. Infornare fino a doratura.

I tardilli

I tardilli sono dolcetti tipici sersalesi e calabresi, anche loro si preparano nelle feste Natalizie, con pochi e semplici ingredienti; hanno la forma di grandi gnocchi che vengono fritti e poi passati nel miele. Sono molto dolci e calorici, ma una volta assaggiato uno non ci si può più fermare, uno tira l’altro fino a quando saranno finiti…e allora bisognerà impastarli di nuovo perchè non se ne potrà più fare a meno.

PROCEDIMENTO

Impastare il tutto. Fare delle striscie e tagliarle a piccoli cubetti, lasciare i cubetti lisci oppure passarli con il rigagnocchi per renderli decorati. Metterli in pentola con olio caldo e friggerli. Una volta fritti passarli nel miele. La ricetta originale richiede il miele di fichi, ma si può usare a piacimento qualsiasi tipo di miele.

 

CURIOSITA’
Se assaggiati subito sono buoni, ma se si aspetta almeno un giorno dopo la cottura, sprigioneranno tutto il loro sapore e la loro essenza celestiale.