Intorno al 1630, dopo circa dieci anni dalla fondazione di Sersale fu edificata la Chiesa di Santa Maria del Carmine, con il contributo operoso della popolazione; per il suo sito venne scelto un colle nei pressi del luogo dove già esisteva una croce a guisa di icona. Nel 1634 la stessa venne elevata a chiesa parrocchiale, per cui il popolo ebbe la possibilità di celebrarvi, oltre le normali funzioni del culto, i sacramenti del Battesimo e del Matrimonio.
La struttura è stata edificata nella seconda metà del ‘500, e realizzata in stile rinascimentale; sotto il pavimento fu lasciato un grande vuoto per il sepolcreto.
La nuova Chiesa venne dedicata alla Madonna del Carmine, che, da allora, fu anche invocata come Patrona del Paese.
La festa, preceduta da un novenario di preghiera, si celebra il 16 luglio ed è allietata dalla presenza dell’omonima fiera che dura due giorni.
Nei primi anni la chiesa fu considerata dall’autorità religiosa una cappella rurale e saltuariamente venivano a celebrarvi messa sacerdoti dei centri vicini. Presto, però, per l’aumento della popolazione, il vescovo, con bolla del 17 ottobre 1634, la elevò a Parrocchia nominando primo parroco del casale don Giovanni Domenico De Simone.
Attualmente ha una facciata in stile neoclassico scandita da quattro alte lesene scanalate, dotate di capitello composito. Tra esse tre nicchie ospitano le statue di Sant’Antonio, San Giuseppe e la Madonna con il Bambino.
Al portale d’ingresso, rettangolare e sovrastato da un timpano triangolare con decorazioni a basso rilievo, si accede attraverso una grande scalinata in pietra.
La massiccia torre campanaria, a destra, funge anche da torre dell’orologio e, alla sommità, ha una piccola balaustra sormontata da un piccolo campanile a vela. L’interno è a tre navate divise da grandi archi che poggiano su pilastri decorati da lesene di ordine corinzio. Sulla destra, entrando, si può ammirare una statuetta in marmo alabastrino della Vergine, risalente al XVIII sec., opera di autore ignoto.
Adiacente alla Chiesa Madre è sorta verso la fine del ‘600 la Chiesa dell’Immacolata, con funzione di oratorio, dove tuttora si possono ammirare dipinti di scuola napoletana seicentesca, di grande valore; l’altare ricco di fregi intagliati nel legno e la statua dell’Immacolata anch’essa in legno.
Questa chiesa ha un’alta torre campanaria, cuspidata, alla quale si accede da un portale ad arco sormontato da un basso rilievo raffigurante un angelo. Ha una sola navata, custodisce un altare ligneo di pregevole fattura. Ristrutturata, è stata da qualche anno restituita al culto.
Bisogna aspettare il 1790 per l’elevazione a Parrocchia di Sant’Anna, con la conseguente divisione del paese dal punto di vista della giurisdizione ecclesiastica. La festa di Sant’Anna si celebra il 26 luglio, preceduta da un novenario di preghiera. È situata nella parte alta del paese. Costruita nel 1680 ha annessa una torre campanaria che si eleva su due livelli. La facciata principale è scandita da lesene doriche. Il portale d’ingresso, ad arco, è fiancheggiato da colonne che poggiano su grandi bugne squadrate e lisce ed è sormontato da una finestra ad arco, chiusa da vetri policromi. Sulla copertura svettano tre statue, quella centrale raffigura un Cristo con la croce e quelle laterali San Pietro e San Paolo.
Vi si accede per mezzo di due scalinate laterali che convergono su un ballatoio con balaustra arricchita da colonnine tornite. L’interno della chiesa, a una sola navata, è decorata con lesene di ordine corinzio e ha il soffitto a cassettoni. Dietro l’altare maggiore campeggia la statua di Sant’Anna conservata in una teca del tabernacolo in legno intagliato. Vi sono anche altre statue di santi, tra le quali quelle di San Francesco e di Santa Rita.
Nel 1909, fu eletto arciprete della Chiesa del Carmine don Felice De Fazio. Si deve a lui la costruzione della Chiesetta sul Monte Crozze (la cui festa della Madonna si celebra l’8 e il 21 marzo), opera per cui ottenne il consenso di tutta la popolazione e notevoli contributi in denaro da parte degli emigrati sersalesi in America. La chiesetta è stata edificata nel 1935, precisamente nel luogo in cui il Beato Antonio da Olivadi nel ‘600 piantò una croce. Costruita con mattoncini rossi, ha una cupola rivestita in rame e una pianta esagonale. Questa chiesetta è raggiungibile tramite un percorso votivo particolarmente scosceso; sul percorso sono state collocate dei tabernacoli con tavolette in ceramica della Via Crucis.
L’area votiva con la chiesetta è meta di due processioni che i fedeli fanno in segno di ringraziamento alla Madonna.
Una tradizione molto sentita dai sersalesi è quella di portare in processione la statua della Madonna del Carmine sul Monte Crozze nei giorni dell’8 e del 21 marzo. Questa tradizione è legata a quanto accaduto in Sersale nell’anno 1832. La zona, infatti, fu interessata da un violento terremoto, con successivi pesanti strascichi, legati al sisma. La cittadinanza, non avendo alcun mezzo per difendesi dalla calamità, si affidò, tramite la preghiera, alla Madonna del Carmelo, protettrice del paese. Cessato il pericolo, i sersalesi sentirono il bisogno di ringraziare la Madonna e lo fecero portando la sua statua sul vicino Monte Crozze, già da tempo meta di pellegrinaggio in quanto vi esisteva una croce in legno, che la tradizione tramandava fosse stata portata sul luogo dal frate cappuccino Antonio da Olivadi. La cosa fu ripetuta anche l’anno successivo e da allora i sersalesi non persero l’abitudine a rifare il pellegrinaggio due volte all’anno, per l’appunto l’8 e il 21 marzo. Nel 1935 grazie all’iniziativa dell’arciprete Rev. Don Felice De Fazio e con la partecipazione del lavoro dei cittadini ed il contributo degli emigrati venne eretta l’attuale chiesetta.
Da notare che l’8 marzo la Madonna è vestita di nero e le campane accompagnano la processione con il suono a mortorio in segno di lutto, al contrario il 21 la Vergine indossa il Suo bel manto azzurro ed è accompagnata dalle campane a festa. In tempi antichi la Madonna rimaneva per tutto il periodo nella chiesetta, sempre frequentata in segno di devozione e ringraziamento.
Un’autentica manifestazione di religiosità popolare fu l’edificazione della Chiesa di San Pasquale cui fu affiancato l’omonimo convento (oggi sede dell’A.S.L.). La devozione a San Pasquale fu alimentata intorno al 1730 da un certo Luca Arcuri. La festa del Santo si celebrò dapprima il 17 maggio, poi, con l’istituzione dell’omonima fiera, si trasferì alla terza domenica di settembre. La piccola chiesa è ubicata nella parte bassa del paese, in Piazza Carmela Borelli. Ha annessa una torre campanaria a base quadrangolare. La facciata principale è caratterizzata da un interessante non finito. Il portale d’ingresso preceduto da una piccola scalinata, è ad arco sormontato da una monofora dotata di vetri policromi. Al centro un immagine di San Pasquale circondato da una cornice ovale in gesso. L’interno è a una sola navata e conserva, oltre alla statua cui è dedicata, la statua di Sant’Agnese e quadri raffiguranti monaci santi.
(Notizie tratte dai volumi “ARTE SACRA A SERSALE” – Ursini Edizioni 2004 e “SERSALE: STORIA DI UNA COMUNITA’ PRESILANA – Ed 2012 – Tipografia Scarpino Edizioni – dello Storico Prof. Michele Scarpino).
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